lunedì 9 aprile 2012

TEQUILA


                                                          TEQUILA
PULQUE - MEZCAL
 GIORGIO MANARA  2000
La Leggenda:
Si parla che un fulmine colpì il cuore di un MAGUEY ( antico nome dell’Agave), bruciandolo e facendone sgorgare un liquido aromatico che gli indios “Tequili” bevvero come un miracoloso regalo degli Dei.
L’agave, allora molto importante nella economia domestica delle tribù pre-hispaniche, veniva associata alla Dea

MAYAHUEL 
Oppure
Come racconta un’altra leggenda da:

MAYAUETHL
Donna della tribù ATZECA DEGLI OLMECHI che per prima riuscì ad estrarre il succo del MAGUEY.
Come di origine pre-hispanica sono le abitudini della cottura e fermentazione della pianta.
Sono però i Conquistadores Spagnoli ad introdurre in Messico l’arte della distillazione!
Da differenti varietà di Maguey ( Agave Maguey o Espadin che si coltiva attualmente nello stato di Oaxaca) gli Spagnoli provarono a fermentare e poi distillare il succo ottenendo un prodotto superiore in gradazione alcolica che denominarono

MEZCAL!
L’evoluzione:
Tra la fine del 18° e gli inizi del 19° secolo il “ MEZCAL “ prodotto in una piccola città chiamata TEQUILA, presso  la città di Guadalajara cominciò ad essere apprezzato per le sue eccezionali qualità:
Proveniente da una sola qualità di agave il prodotto si distingueva in finezza ed aroma.
L’AGAVE fa parte della famiglia delle AMARILLIDACEE di cui se ne conoscono più di 400 tipi anche se soltanto 197 sono commestibili e quindi impiegate in usi industriali.
Da un solo tipo di queste piante viene prodotta la TEQUILA:
Nel 1900 un botanico francese di nome Weber, classificò la pianta segnalando la differenza con le altre qualità, e principalmente nel colore da cui poi derivò il nome di : AGAVE BLU TEQUILANA WEBER.
L’habitat naturale di questa pianta per clima e terreno e sull’altipiano del Messico nei dintorni della città di Tequila nello stato di Jalisco.
Zona ben delimitata dalla denominazione di origine ( Norma Oficial Mexicana) a cui sovrintende il Consejo Regulador del Tequila organismo preposto alla tutela e certificazione della qualità. E’ utile sapere che dal 1997 ha anche la denominazione geografica controllata, riconosciutagli dalla World Trade Organization e dall’Unione Europea.
Originariamente la Tequila si poteva produrre solamente nello stato di Jalisco, ma l’enorme popolarità di questo prodotto ha indotto il Governo Messicano ad allargare la denominazione agli stati di : Michoacan – Tamaulipas – Nayarit  e Guanajuato
Fino a pochi anni fa solo l’uno per cento delle Tequile erano 100% blue agave, ed i produttori  lo proclamavano con orgoglio sull’etichetta! Il raddoppio delle esportazioni (anni fa gli Stati Uniti erano i maggiori importatori delle diverse marche di Tequila con un assorbimento di circa  l’ottanta per cento della produzione totale  Messicana.) ha fatto in modo che attualmente no esista una Ditta produttrice di Tequila che non abbia in etichetta la sua 100% agave blu più o meno invecchiata (reposada)
La passione di questi ultimi anni per tutto ciò che è latino americano nel nostro continente, ha dato una svolta notevole alla produzione di Tequilas sempre più pregiate le quali si sono piazzate da prodotto di massa a prodotto di “fascia alta” anche giustamente per il notevole aumento dei prezzi oltreché della qualità. Contributo dato anche alla scarsità di agave blu , colpita ultimamente da una serie di malattie che hanno provocato un drastico calo della produzione ed il proiettarsi del prezzo a tonnellata da 40 a 480 dollari. (1998-2000)
g.m.J

SI DEDUCE CHE :

Mentre una TEQUILA può essere uno speciale tipo di MEZCAL , prodotta da una singola varietà di AGAVE che cresce solo in una zona delimitata del Messico, NON TUTTI I MEZCAL POSSONO ASSUMERE IL NOME DI TEQUILA.
PULQUE  =  E’ DISTILLATO DI MAGUEY ( agave di qualità inferiore all’agave blu)
MEZCAL =   PRODOTTO NELLO STATO DI JALISCO E DISTILLATO DI FOGLIE E CUORE DELL’AGAVE MAGUEY PIU’ ALTRI  TRE O QUATTRO TIPI DI AGAVE
COCUY =  E’ UN DISTILLATO DI AGAVE PRODOTTO IN VENEZUELA

NEL 1974 LE AUTORITA’ MESSICANE HANNO STABILITO CHE UNA TEQUILA PER ESSERE TALE DEVE CONTENERE ALMENO IL 51% DI AGAVE BLU ( la rimanente percentuale è principalmente alcol di canna da zucchero ) E SUBIRE MINIMO DUE DISTILLAZIONI (tradizione le vuole in alambicco discontinuo)


LA PRODUZIONE :

1.       Dalla pianta madre vengono presi i germogli e parte della piante stessa ( 50 cm di altezza)
2.       I germogli vengono potati e poi interrati con un solo colpo di zappa (AZADON) quando il terreno è molto secco.
3.       Il processo di crescita dura dagli 8 ai 10 anni
4.       Quindi Mantenimiento : cioè cura e fertilizzazione
5.       Tra febbraio ed Aprile il Desquiote ( Potatura) per evitare la fioritura della pianta.
6.       A  piena maturazione nel cuore della pianta si è formata una grossa Piña detta anche Cabeza ( testa) che con tutte le foglie tagliate assomiglia ad un grosso ananas del peso che varia fra i 30 ed i 60 kg.( più grande è la Cabeza più zucchero contiene)(alcune arrivano fino a circa 115 kg.)
7.       Come dicevo le foglie vengono tagliate (jima) con il Coa (attrezzo lungo ed affilato manovrato con rara abilità dai Jimadores!
Le Piñe raccolte per sradicamento, trasportate all’impianto ( Patio de Reception) vengono cotte in grosse autoclavi per mezzo di getti di vapore  (attorno ai 90°per circa due giorni)  al fine di renderle malleabili  alla frantumazione e rendere quindi  gli amidi dell'agave non fermentescibili in zuccheri fermentescibili. ( nelle piccole e vecchie distillerie il passaggio al vapore viene ancor’oggi fatto in stufe di mattoni chiamate “Hornos”!
8.       U tempo la cottura delle” Cabeze”  durava quattro giorni e si faceva in fossi ricoperti con sassi roventi e terra .Attraverso un foro lasciato apposta venivano continuamente irrorati con acqua per la formazione del vapore.
9.       La cottura  odierna dura in media dalle 12 alle 14 ore.(……. notare che le temperature ed i tempi di cottura, variano sensibilmente da distilleria a distilleria!)
10.     I residui pressati per estrarre gli eventuali zuccheri rimasti
11.    dopo un secondo lavaggio in altre autoclavi il mosto (primeras mieles) altamente zuccherino subisce un raffreddamento a 30° ed posto a fermentare nelle vasche apposite.
12.    I microrganismi (lieviti) naturali dell’agave agiscono ( se ne aggiunge anche) per 30 – 40 ore trasformano gli zuccheri in alcol per un valore del 5% circa.
13.    Quindi si passa alla distillazione discontinua
14.    Dalla prima ( dest rozadora) si ottiene un prodotto (“ Ordinario”) con il 25 – 29% di alcol.
14.A causa dei costi notevoli per il tempo – il lavoro – e la “vendemmia”dell’agave alcuni produttori usano tagliare le loro Tequilas ( prima della distillazione) fino al 49% di polpa di canna da zucchero! ( …come detto in precedenzaJ)
15.    Si ridistilla in un alambicco più piccolo separando il cuore dalle teste e dalle code ottenendo un prodotto con 55% di alcol ) La Tequila giovane) (…certe distillerie arrivano anche a 75° e tagliano poi il prodotto con acqua demineralizzata)
16.    Il distillato riposa per un certo periodo nei Pipon (enormi botti di acero)(alcune hanno già contenuto Bourbon)
17.    Dopo analisi organolettiche se messo ad invecchiare assumerà il nome di reposado = da 2 mesi ad un anno in barili di quercia  oppure Añejo= oltre un anno e fino ad 8-10 in barili sigillati dal governo che contengono un massimo di 350 Litri ( pare che la Tequila esprima il meglio di sé fra i quattro ed i cinque anni, anche se in Messico il 60% delle vendite di tequila è dato dal “Reposado”.
18.    La differenza tra Reposado ed Añejo sta quindi nella diverso periodo di permanenza in botte e dalla capacità della stessa.
g.m.J





CURIOSITÁ :

La tequila distillata artigianalmente produce un fastidioso odore di solfuro di idrogeno

Da qui nasce la simpatica abitudine di berla leccando sale e succhiando lime (o limone)
Infatti il cloruro di sodio del sale, unito all’acido citrico del lime produce un nuovo acido che ha il potere di annullare il gusto di solfuro di idrogeno che è la ragione del particolare odore del liquore, specialmente se bevuto a  temperatura ambiente , ………che in Messico vuol dire mucho calor!

Altra strana abitudine dei Peones Messicani, e quello di accompagnare la tequila con la Sangrita:
= succo d’arancia – succo di pomodoro – erbe aromatiche della cucina locale – molto peperoncino!



VERME O NON VERME!?!?

Nessun Messicano sano di mente si sognerebbe mai di mettere un verme (Gusano) nella sua Tequila , e nessuno troverà mai un verme in una Tequila imbottigliata in Messico secondo le regole e la tradizione ma sembra sia stato un’espediente Americano per incuriosire i consumatori.
Solo nel MEZCAL  è possibile trovare il verme (e non sempre) e come dicono moltissimi produttori per una trovata pubblicitaria risalente agli anni ’40. ( rif. Bar Business – lug.-Ag. 2000)



 COA  DE JIMA =  attrezzo usato per
tagliare e sfrondare l'agave.....

g.m.J



giovedì 5 aprile 2012

auguri.....

Una serena Pasqua per tutti Voi,...cari amici !

venerdì 30 marzo 2012

IL CAFFE' fra storia e leggenda

CONOSCERE I PRODOTTI

CAFFE’
G.M.

FRA STORIA E LEGGENDA


·         Sembra,  malgrado le controversie tipiche di tutte le leggende, che gli storici concordino sul fatto che la pianta del Caffè abbia origine spontanea dalle colline della costa dello Jemen.
·         La storia delle “Capre insonni” è ormai un luogo comune, infatti un gruppo di monaci eremiti dello Jemen, dediti alla pastorizia notarono che allorché le loro capre brucavano le bacche e le foglie di un cespuglio sempreverde (il caffè appunto), diventavano nervose ed insonni!
·         I monaci stessi finirono per usare tale pianta come alimento e come bevanda ristoratrice per prolungare le loro veglie di preghiera.
·         “VINO DEGLI ARABI” venne chiamata dopo che si fu diffusa fra le popolazioni Turche ed Egizie.
·         E’ solo nel lontano 1615 che il Capitano Pietro della Valle introduce per la prima volta il Caffè in Italia e precisamente a Venezia.
·         Nel 1700 circa la pianta approda nei Carabi , introdotta dal Capitano Mathieu de Cliau che appunto le trasferì dalla serre del Castello di Versailles ed intorno al fine ‘700 ed inizi ‘800 in Martinica c’erano già piantagioni con svariati milioni di alberi.( 20 milioni all’incirca).
·         Dai Carabi all’America del Sud il passo è breve ed attualmente il Brasile è il più grosso produttore mondiale con circa ¼ della produzione mondiale che si aggira su cento milioni di sacchi. Pensate che il Brasile è anche il più grande consumatore di Caffè, con un consumo interno di circa 9 milioni di sacchi all’anno!
·         I “Caffè” ( nel senso di Locali dove si serviva tale bevanda) più famosi, nascono nel 1700.
·         Per citarne alcuni tuttora esistenti e famosi :
·         1720 Caffè Florian di Venezia ( Piazza S. Marco)
·         1723 Caffé Aurora – Venezia
·         1733 Caffè Gilli - Firenze
·         1760 Caffè Greco – Roma ( via Condotti)
·         1815 Caffè Giacosa – Firenze ( via Tornabuoni)
·         1882 Caffè Rivoire – Firenze


LA PIANTA DEL CAFFE’

·         Il Caffè vegeta nella fascia tropicale della terra con clima caldo umido da un minimo di 200 ad un massimo di 2500 metri di altitudine.
·         L’arbusto ( della famiglia delle “Rubiacee”) simile a quella della camelia  è composta da circa 4500 varietà di cui solo 60 chiamate “Coffea”
·         Tre di queste Coffea sono diventate le vere produttrici del Caffè così come Noi oggi lo conosciamo : Arabica – Robusta ( Canephora) – Iberica.
·         A seconda della varietà le piante vanno dai tre ai dieci metri (Arabica) di altezza anche se normalmente vengono tenute potate “corte” ( mt. 1,80)  per facilitare la raccolta.
·         Una piantagione dura in media 50 anni prima che venga ripiantata : i migliori raccolti si hanno nei primi 15 anni…..dopo i trenta la produzione diminuisce fino al quasi esaurimento.
·         In altitudine la pianta fiorisce una volta all’anno mentre ad altitudini più basse si arriva a due  fioriture. I frutti migliori però si ottengono alle altitudini maggiori.
·         Fiori biancastri e profumatissimi dai 5 ai 7 petali si formano all’attaccatura delle foglie, avvizziscono velocemente (tre gg. Circa) e danno vita a delle ciliegie(drupe) di colore inizialmente verde che diventa di un bel color rosso vermiglio a piena maturazione (6-7 mesi) Fiori, bacche verdi e rosse sono presenti insieme sulla pianta nelle zone a pioggia costante. 
·         Normalmente una pianta produce l’equivalente di un kg. di Caffè.
  • La pelle esterna (Esocarpo) nasconde due (a volte 3) semi ovoidali con il caratteristico solco longitudinale (caffè verde) .
  • Dalla piante più vecchie o dalla punta dei rami si ottengono a volte dei semi interi di forma globulare che viene chiamato caffè Caracolito o Perla.
  • Una leggera membrana ricopre il chicco di caffè verde (pergamino) ed è presente nei caffè Arabica “lavati” anziché nella lavorazione a secco, ed la sua presenza nel macinato è sempre indice di qualità.
  • Tenete presente che i ¾ della produzione mondiale è di varietà “Arabica”.
  • Le diverse varietà di “Arabica” hanno un tenore in caffeina che varia da 1,1 e 1,7 % (Bourbon-Moka-Maragogype)
  • La varietà “ Robusta” ha invece un tenore in Caffeina elevato che si aggira dai 2  al  4,3 %
  • La varietà “Liberica” è fondamentalmente una pianta più resistente a bacche rotonde, ma di tenore zuccherino basso e quindi di bassa qualità finale.

Le “Drupe” o ciliegie di Caffè. Si possono notare le ciliegie intere , i semi di caffè verde ancora coperti di pergamino trasparente e l’esocarpo ovvero le bucce esterne G. M.
 
 






LA RACCOLTA


  • SISTEMA “ PICKING” :
  • Da un raccolto perfetto ed omogeneo dal punto di vista maturazione, dato che i raccoglitori percorrono sistematicamente la piantagione, raccogliendo (to pick) di volta in volta solo le drupe giunte a perfetta maturazione.
  • SISTEMA  “STRIPPING” :
  • Il sistema della spogliatura (to strip) del ramo non garantisce omogeneità dato che si tolgono in un solo colpo bacche mature, acerbe ed appassite!


IL DOPO RACCOLTA


  • Il caffè appena raccolto va lavorato subito per evitare fermentazioni e deterioramento del prodotto.
  • SISTEMA “ A SECCO” :
  • È il meno pregiato
  • Le ciliegie vengono seccate al sole o in essiccatoi.
  • La buccia si toglie attraverso il passaggio delle ciliegie attraverso due rulli a distanza calibrata
  • Dopo la calibratura e la separazione dei chicchi di “Caracolito” viene insaccato col nome di caffè naturale.

  • SISTEMA “AD UMIDO”:
  • E’ più pregiato
  • I frutti, lavati e spolpati attraverso i rulli con getto di acqua corrente, vengono macerati per circa 36 ore per togliere i residui di buccia.
  • Seccati successivamente al sole o in essiccatoi per togliere il pergamino ed insaccati.

Il sistema ad umido per decorticare le ciliegie di caffè
g.m.
 
 





GUIDA A VARI TIPI DI CAFFE’ PURO
(ref. London Coffee Information Center)

  • Santos Brasiliano
Caffè di alta qualità della zona di San Paulo. Caffè leggero con un aroma molto caratteristico, consistente e leggermente amarognolo ed acidulo.
  • Jamaica Blue Mountain
Caffè pregiatissimo e costosissimo è difficile da trovare (quello originale). Aroma ricco, equilibrio perfetto e sottile, aroma intenso e meraviglioso con acidità molto contenuta.
Si commercia generalmente in barili di legno poroso e non in sacchi, ma esistono in circolazione molte imitazioni!
  • Kenya
Caffè africano dal gusto deciso ma finissimo, è uno fra i più conosciuti in Europa.Splendido aroma e forte acidità.
  • Colombian Medellin Excelso
Caffè di forte consistenza e meno acido degli altri Colombia. Gradevole ed amabile dal leggero sentore di noce.
  • Mysore
Caffè di forte consistenza e grande aroma definito “vinoso”. Proviene dalle piantagioni dell’India meridionale e spesso miscelato con la varietà Moka prende il nome di “Mysore Moka”
  • Nicaragua
Molto diffuso in Europa è un caffè gradevolissimo e di bassa acidità che lo rende ideale per le prime colazioni
  • Tapuzza del Costarica
Anche questo un caffè  delizioso e leggero di bassa acidità ideale per le colazioni.
  • Moka Etiope
Con lo Yemen la patria d’origine della pianta del Caffè. Gusto definito “ricco” ha un’aroma assolutamente unico e diverso dagli altri tipi di caffè : ideale per il caffè alla Turca.
  • Giava
Varietà rara e difficile da trovare è un caffè definito di “razza” e preferito dai buongustai.
  • Sumatra
Simile al caffè di Giava è “pastoso” poiché viene tostato fino a che diventa nero. Bassa acidità ed aroma particolarissimo.
  • Tanzania Kilimangiaro
Caffè forte ma meno deciso di quello del Kenya. Si chiama anche Caffè Chagga. Aroma caratteristico ed equilibrato dall’aria di montagna a dal terreno vulcanico.


LA TOSTATURA


  •   Fattore importantissimo per le migliori miscele è di tostare le diverse varietà di caffè “separatamente” : è palese che ogni varietà ha chicchi differenti in grandezza – in durezza – che tostati insieme    darebbero una tostatura non uniforme con semi ancora poco cotti e semi quasi bruciati con un esito profondamente negativo sulla qualità del nostro espresso.
  • Quindi per semplificare : l’operazione di torrefazione consiste nel sottoporre in grani a temperature che partendo da 110° arrivano intorno ai 200-220° per un periodo di circa 20’.
  •  I grani torrefatti verranno a questo punto immediatamente raffreddati con getti di aria fredda per impedire che continuino a cuocere ulteriormente .-
  • In parole povere una buona tostatura deve dare un chicco tostato in modo omogeneo sia interiormente che esteriormente.( Il volume dei chicchi aumenta di circa il 60%)[1]
  • Il chicco di caffè è una combinazione di fibre,grassi,proteine, minerali, vitamine e naturalmente di caffeina.
  •   L’olio essenziale contenuto all’interno dei chicchi in torrefazione, affiora completamente o quasi alla superficie del chicco stesso sviluppando un principio aromatico chiamato “ Caffeone” che è costituito da più di 600 sostanze chimiche e comunica al caffè torrefatto il suo gradevole aroma.     
  • La tostatura troppo spinta invece può disperdere e bruciare parzialmente  parecchie delle sostanze volatili del Caffeone, ivi compresa la Caffeina.                                                                                                                                                                                                        


[1] G Manara 

caffé...continuazione

L’ESPRESSO

LA MACINATURA :

macine piane

·         Tanti macinini usano le macine piane ; costituita da due dischi dentati in acciaio.
·         Avvicinando ed allontanando i dischi otterremo polvere di caffè più o meno fine.
·         Buone per locali che fanno delle quantità medie di caffè poiché sono più soggette ad usura e surriscaldamento ( il quale può alterare il gusto del macinato) dato che lavorano dai 900 ai 1700 giri/min. ed andrebbero sostituite dopo 400/600 kg. di Caffè.

Macine coniche

·         Modello usato per la produzione di notevoli quantità di macinato, data la maggiore superficie . Girano in media a 380/450 giri/min. surriscaldano meno e possono macinare dai 900 ai 1300 kg. di caffè prima della sostituzione!
·          

CONSIGLI PRATICI PER UN BUON ESPRESSO

·         Controllate sul manometro della pompa che la pressione dell’acqua raggiunga le 9 Atmosfere
·         Controllate sul manometro della caldaia che la pressione sia di 1,1 / 1,3 Atmosfere.( La temperatura deve essere intorno ai 90° c.)
·         Usate mediamente dai sei ai sette gr. Di polvere di caffè per dose.
·         Controllate la macinatura a seconda del tempo e dell’umidità dell’aria : una tazzina si deve fare in 30/35 secondi.

Ricordate che la caffeina è un’alcaloide che ha un’azione stimolante al livello del sistema nervoso e che in giusta dose provoca la liberazione di Adrenalina.

Molte persone credono che un caffè “lungo” abbia meno caffeina : errato  < più  acqua passa sul macinato più si aggiunge nella tazzina acido tannico che è presente nella parte legnosa del macinato con conseguente cattivo gusto>
L’ideale sarebbe un caffè ristretto con aggiunta di acqua calda a parte![1]





[1] G. Manara ®