venerdì 13 novembre 2015

Gigot d'agneau a la Broche

COSCIA D’AGNELLO FRANCESE ALLO SPIEDO ( O FORNO)
Mancler

Suggerimenti:

Non ci sono parole per definire la bontà di questo piatto. Piatto che se volete riuscirlo al meglio dovrete seguire attentamente i miei consigli: non spaventatevi, si tratta solo di scegliere il pezzo giusto e di prepararlo come vi spiego; il resto è facilissimo!
Solo due paroline sull’animale: prima di approfondire l’argomento, mi viene istintivo sottolineare che con troppa faciloneria, molte persone sono portate a mitizzare oppure a smitizzare l’agnello di Francia!
Personalmente non trovo giusta nessuna delle due soluzioni.
L’agnello francese viene considerato , sia per razze che per tipo di allevamento, uno dei migliori d’Europa….ed a giusta ragione!  Sicuramente chi ha già avuto occasione di apprezzarlo, non può che confermarne la valutazione,
Tengo solo a precisare che è errato definire l’agnello di Francia, solo con gli appellativi di “ Prés Salés”, o addirittura “ Gigot”( che significa semplicemente coscia) o Sisteron ecc.ecc.

Si tratta sempre e solo dello stesso animale ( non di razza di cui parlarne sarebbe lungo) che prende differenti appellativi, solo in base alle zone di allevamento e di pastura, che forniscono alle carni sapori e profumi particolari!
Sappiate che da come la vedono i cugini d’oltralpe l’agnello ha diritto a fregiarsi di questo nome fino all’età di un anno , dopodiché diventa “montone” e la sua carne prende un sapore più deciso con a volte quel gusto di “lana” che risulta spiacevole ai palati più raffinati!

Tre informazioni:
·         Prés Salés = agnelli che brucano l’erba salata dagli spruzzi del mare sulle coste della Normandia ( entro dodici Km. dalla costa) quindi carni salate e saporite!

·         Sisteron = dalla Provenza con le carni che hanno tutto il gradevole profumo della macchia mediterranea!
·         Delicatezza sono i famosi agnelli dei “cento giorni” che si mangiano a Pasqua, dato che pur brucando l’erba di primavera, non hanno ancora smesso di poppare!


Ingredienti:

·         Una coscia ( Gigot) d’agnello che deve avere carni rosa e grasso bianco ( evitate i macellai arruffoni che ve la rovinano per lo spiedo , ma anche per il forno dandogli qualche colpo di taglio qua e là : non riuscirete più a tranciare il cosciotto in queste condizioni!)
·         Aglio sbucciato
·         Timo fresco sale e pepe macinato fresco
·         Olio d’oliva


Preparazione e cottura:

1.       Tagliare netto , senza sbriciolare, l’osso che fuoriesce dal manico del cosciotto (lasciatene 2 cm. circa)
2.       Togliete ( senza rovinare troppo la pelle il grasso in eccedenza ( dove è troppo spesso)
3.       Incidete leggermente per 2-3 cm lungo l’osso , senza tagliuzzare la carne (Souris è il nomignolo francese della carne che ricopre il manico) ma solo per staccarla leggermente ( si tratta del punto dove l’afferrerete per tranciare).
4.       Con la punta di un coltello molto affilato, ricavate  sotto pelle del cosciotto, delle sacche delle dimensioni della punta del pollice e sopra tutto senza andare in profondità (5-6 per lato)…se infilate l’aglio in profondità non arrostisce ma “bolle” dando alle carni un gusto nauseante!
5.       Infilate in ogni “sacca” una fettina d’aglio, qualche punta di timo fresco ed un pizzico di sale e pepe fresco,
6.       Ora schiacciate con lo schiaccia-aglio, tre-quattro coste d’aglio pulite ed usatelo per sfregare il cosciotto da tutte le parti.
7.       Salate e pepate bene, ungetelo con olio d’oliva ( usate le mani: la carne massaggiata ammorbidisce)
8.       Infilatelo nello spiedo e mettetelo di fianco al fuoco e mai sopra ( il grasso che cola non lo recuperate, inoltre brucia e fa fumo trasmettendo cattivo gusto alle carni)
9.       Oppure infilatelo in forno preriscaldato a 240° termostato 7-8
10.    In ogni modo qualunque sia il tipo di cottura,  i pezzi in lavoro vanno bagnati sovente col liquido di cottura
11.    Per il forno calcolate circa un’ora e 15’.
12.    Meglio se il pezzo non tocca il fondo della teglia dove si raccoglierà il “jus”( sugo ) di cottura e non rischierà di carbonizzare sotto
13.    Per ovviare a questo inconveniente mettete sotto i cosciotto ( vale anche per arrosti , polli ed altri pezzi) tre o quattro carote pulite che facciano impalcatura appoggiandovi sopra il pezzo di carne.
14.    A questo punto non serve girarlo
15.    È cotto quando “punto” in profondità (come ad esempio uno spiedino metallico)e facendo pressione intorno al foro, ne uscirà un liquido rosa molto chiaro
16.    Lasciatelo riposare almeno 15’ coperto da un foglio d’alluminio davanti alla porta del forno spento( i succhi spinti verso il centro dal calore si spanderanno nuovamente verso l’esterno e la carne risulterà notevolmente più morbida ( questo suggerimento vale anche per polli – arrosti ecc.)


Servizio:

·         Tranciate impugnando l’osso della coscia ( ci sono manici appositi, se no usate un canovaccio piegato), e tenendo la parte più polposa in alto, tagliate delle fette sottili diagonalmente partendo dal manico verso il fondo.
·         Servite caldo con il succo di cottura filtrato e “frustato” con qualche ricciolo di burro freddo.

Ottimo con patate al cartoccio –flageolets al timo – patate rosse a biscotto ( vedi ricette nella sezione verdure )

g.m.J

 
 















 















gigot




[1] G. Manara - Tabia