lunedì 30 maggio 2016

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I ristoranti piu’ famosi e superstellati non sono business di successo, grande e’ il prestigio ma spesso i costi di gestione sono coperti a malapena dai conti esorbitanti che i clienti son disposti a spendere. Qui a Melbourne da Attica un menu’ degustazione senza abbinamento dei vini costa 250$ ma non credo che alla fine guadagni molto di piu’ di un ristorante meno stellato ma ben frequentato. In un lavoro faticoso e stressante abbiamo aggiunto altra fatica e stress, abbiamo sostituito mestoli e cucchiai a pinzette, cerchiamo l’eccellenza nei prodotti (rigorosamente esotici e costosi) poi li cuociamo sottovuoto nella plastica o con l’azoto liquido (e non venitemi a dire che sono tecniche salutari o sicure), creiamo per i clienti non solo buon cibo ma esperienze che soddisfano tutti i 5 sensi (con una predilizione morbosa per l’ apparenza). L’altro giorno mi sono sorpresa a voler preparare i gnocchi di castagna con le righe perfettamente uguali perpendicolari e mi son chiesta... ma dove’ il senso di un prodotto artigianale, fatto a mano che appare perfetto come fatto a macchina, che senso ha accontentare clienti schizzofrenici e fobici (le allergie sono si un male del nostro tempo ma nella maggioranza dei casi i nostri clienti soffrono di ortoressia) disposti a spendere cifre scandalose quando meta’ della popolazione mondiale non ha di che vivere e milioni di bambini muoiono di fame? Predichiamo local e vendiamo international, la ricetta della nonna,stuprata con aggiunte di papaya o semi tibetani, sulla tavola troviamo cibi da ogni angolo del mondo ma il disperato affamato che sbarca sulle nostre coste lo vorremmo rimandare a casa. Disprezziamo trasmissioni Tv del tipo Master Chef o My Kitchen rules ma poi al cliente propiniamo la stessa apparenza, alzando ogni volta il livello di pornografia gastronomica che ormai impera ovunque.
Ma se il cibo e’ cultura non siamo noi responsabili di questa pazzia? Non potremmo invece invertire la tendenza e rendere al cibo il suo significato originale, di casa ,calore, di diritto fondamentale di ogni individuo, promuovendo integrazione, rispetto, rispetto anche dei meno fortunati cercando di non sprecare o iperconsumare, cercando di usare i prodotti del nostro territorio o se esotici con ricette della cultura di origine?
 
Scusate il mio sfogo ora torno a far le righe dritte ai miei gnocchi.